Agonizzante che parla col Crocifisso

Brano tratto da "Riflessioni divote", di Sant'Alfonso Maria de Liguori. Si tratta di un immaginario discorso che un moribondo rivolge a Gesù Cristo.


Gesù mio Redentore, che tra pochi momenti mi avete da essere giudice, abbiate pietà di me, prima che arrivi il punto di giudicarmi. No che non mi spaventano i miei peccati e il rigore del vostro giudizio, mentre vi miro morto su questa croce per salvarmi.

Frattanto non lasciate di confortarmi nelle angustie in cui mi trovo: i nemici vogliono spaventarmi con dirmi che non vi è salvezza per me (...). Ma io non voglio lasciar mai di confidare nella vostra bontà (...). Su consolatemi voi, fatemi sentire che siete la mia salvezza (...).

Deh non sieno perduti per me tanti dolori, tante ignominie da voi sofferte e tanto sangue sparso. Redemisti crucem passus; tantus labor non sit cassus. Specialmente vi prego per quell'amarezza che sentiste quando l'anima vostra benedetta si separò dal vostro sagrosanto corpo, abbiate misericordia dell'anima mia quando ella dal mio corpo uscirà.

È vero ch'io co' miei peccati tante volte vi ho disprezzato, ma ora vi amo sopra ogni cosa, v'amo più di me stesso; e mi pento con tutto il cuore di tutti i disgusti che vi ho dati, li detesto e odio più d'ogni male. Vedo che per le offese che vi ho fatte meriterei mille inferni, ma la morte amara che per me avete voluto patire e le tante misericordie che mi avete usate mi fanno certamente sperare che in comparirvi innanzi mi darete il s. bacio di pace.

Tutto confidato nella vostra bontà, mio Dio, io mi abbandono nelle vostre braccia amorose: In te Domine speravi; non confundar in aeternum. Io per le offese che vi ho fatte tante volte mi ho meritato l'inferno, ma spero nel sangue vostro che già mi abbiate perdonato; e spero venire in cielo a lodare per sempre le vostre misericordie: Misericordias Domini in aeternum cantabo.

Io volentieri accetto tutte le pene che mi destinate nel purgatorio; è giusto che il fuoco punisca in me tutte le ingiurie che vi ho fatte. O carcere santo, quando mi troverò chiuso in te, sicuro di non potere più perdere il mio Dio! O santo fuoco, quando mi purgherai da tante mie sozzure e mi renderai degno di entrare nella patria dei beati!

O Padre eterno! per li meriti della morte di Gesù Cristo fatemi morire in grazia vostra e nel vostro amore, acciocché venga ad amarvi in eterno. Vi ringrazio di quante grazie mi avete fatte in mia vita e specialmente della grazia grande di darmi la s. fede e di avermi fatti ricevere in questi ultimi giorni della mia vita tutti i santi Sagramenti.

Voi volete la mia morte ed io voglio morire per darvi gusto. È poco, Gesù mio Salvatore, ch'io muoia per voi che siete morto per me. (...)

Accetto con pace la morte e le pene che mi toccherà di soffrire finché spirerò; datemi aiuto a soffrirle con perfetta uniformità al vostro volere. Io tutte ve le offerisco a gloria vostra unendole alle pene che voi patiste nella vostra passione. Eterno Padre, io vi sacrifico la mia vita e tutto me stesso; vi prego ad accettare questo mio sagrificio per li meriti del gran sagrificio che Gesù vostro figlio vi fece di se stesso sulla croce.

O Madre di Dio e Madre mia Maria, voi mi avete ottenute in vita tante grazie da Dio, ve ne ringrazio con tutto l'affetto: deh! non mi abbandonate in questo tempo della mia morte in cui ho maggior bisogno delle vostre preghiere. Pregate Gesù per me, ed accrescete le preghiere: ottenetemi più dolore de' peccati e più amore a Dio, acciocché venga in vostra compagnia ad amarlo per sempre e con tutte le mie forze in cielo. In te Domina speravi, non confundar in aeternum. Maria speranza mia, in voi confido.




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