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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

Usare l'abito talare

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Riporto un'interessante riflessione del zelantissimo e indimenticabile Arcivescovo di Genova, l'eroico Cardinale Giuseppe Siri, il quale fu un vero e proprio baluardo della Tradizione Cattolica. Quando leggo i suoi scritti, mi sento "confermato nella fede". Ecco il suo pensiero su vocazione e abito talare: Ritengo di attirare la attenzione su un problema, che sta diventando della massima importanza: quello dell'abito ecclesiastico. […] Di fatto si sta assistendo alla più grande decadenza dell'abito ecclesiastico. […] L'abito condiziona fortemente e talvolta forgia addirittura la psicologia di chi lo porta . L'abbigliamento, infatti, impegna per la vestizione, per la sua conservazione, per la sostituzione. È la prima cosa che si vede, l'ultima che si depone. Esso ricorda impegni, appartenenze, decoro, colleganze, spirito di corpo, dignità! Questo fa in modo continuo. Crea pertanto dei limiti alla azione, richiama incessantemente tali limiti, fa sc

Intervista ad una Sorella dell’Opus Mariae Reginae

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Pubblico un'intervista che mi ha rilasciato una Sorella dell'Opus Marie Reginae, istituto religioso dedito principalmente all'apostolato degli Oratori femminili. - Cosa spinse Padre Mario Maria Merlin, il vostro Fondatore, a dar vita all’Opus Mariae Reginae? - Padre Mario, spinto da un amore sconfinato verso la Madonna, ha visto, ha sognato la donna come riflesso di Maria per ogni creatura sulla terra. Si è impegnato a volere la donna pienamente donna e a formarla con la fondazione dell’Opus Mariae Reginae. Una donna = dono nella piena libertà della purezza, nella gioia del sacrificio che scaturisce dall’Amore. - Quali attività apostoliche svolgete? - Le nostre attività apostoliche le svolgiamo nell’Oratorio femminile (apostolato specifico per la donna), nella scuola dell’Infanzia, nella catechesi e collaborazione in parrocchia. - Voi cercate di diffondere il messaggio evangelico tra le ragazze che frequentano i vostri oratori femminili. Vi sembrano

Missionarie della Parola di Dio

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Una suora laica mi ha scritto un messaggio che pubblico volentieri. Caro Cordialiter, spero che vorrai pubblicare questo messaggio. Sono una laica consacrata nell'Istituto secolare delle Missionarie della Parola di Dio, di diritto diocesano.  Anche se vivo al 100% la laicità, amo la preghiera contemplativa che si nutre di Eucaristia e Lectio divina e il mio Fondatore ancora vivente mi incoraggia a coltivarla e a promuoverla negli altri. Del resto, tutto ciò è in linea con la spiritualità dell'Istituto e con il nostro carisma dell'evangelizzazione con la Parola di Dio. Perciò da tre anni insieme a qualche sorella d'Istituto organizzo giornate di adorazione eucaristica, di riparazione e di contemplazione della Parola.  Ma adesso desidero fare qualcosa di più, perché come ho scoperto che "il mio bene è stare vicino a Dio" (Sal 73,28), così desidero condividere questo ideale con donne disposte a vivere la consacrazione nel mondo, santificandolo prima con la

Sentirsi insoddisfatti del fidanzamento

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Tempo fa una ragazza mi ha confidato di non sentirsi felice, pur avendo un lavoro e un fidanzato. Però, il sol pensiero di poter diventare suora le scalda il cuore...  Ciao, scusami se mi prendo tutta questa confidenza e ti do del tu parlandoti come se ti conoscessi, ma leggo il tuo blog e mi sono in qualche modo ritrovata. Il mio nome è […], quando ero piccola ho studiato a scuola dalle suore. Mi sono trovata sempre bene, ero felice quando ero lì ma poi la vita ti cambia, soprattutto quando vedi quasi solo marciume intorno, sai il mio lavoro non è esattamente un bell'ambiente da frequentare, e così ho scoperto che il mio cuore è come se si fosse inaridito...ho sempre aiutato gli altri e mi è sempre piaciuto farlo, mi raccontavano che da piccola piangevo per la cattiveria fatta ad un altro bambino...ma poi...non lo so cosa mi è successo. Ora da pochi giorni qualcosa dentro di me si è risvegliato. Ho 35 anni e non sono felice, mi sono resa conto che mi fido poco del prossi

Un professore dannato all'inferno

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Don Giuseppe Tomaselli nel suo libretto intitolato “L'inferno c'è”, racconta un fatto spaventoso avvenuto alla presenza di numerosi testimoni. Raimondo Diocré era un professore della famosa università parigina della Sorbona. Quando morì, i funerali vennero celebrati nella Chiesa di Notre Dame con grande concorso di popolo. La bara fu collocata nella navata centrale, coperta da un semplice velo. Durante il rito funebre, a un certo punto si udì una voce sepolcrale: “Per giusto giudizio di Dio sono stato accusato!” I presenti si avvicinarono alla salma e alzarono il velo, ma constatarono che il professore era immobile e freddo. Dopo un po' venne ripresa la funzione religiosa tra il turbamento generale, e ad un certo punto il cadavere si alzò alla presenza di tutti e gridò forte: “Per giusto giudizio di Dio sono stato giudicato!” I fedeli presenti rimasero ancora più spaventati per l'accaduto, alcuni dottori si avvicinarono al cadavere ritornato immobile e verificaro

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