Genitori contro la vocazione dei figli

E' triste dover constatare che molti genitori (anche cattolici praticanti), quando scoprono che uno dei propri figli vuole consacrarsi a Dio, cercano in tutti i modi di dissuaderlo, inizialmente con discorsi e lusinghe, e poi se ciò non è stato sufficiente passano a minacce, insulti, urli e strepiti. Per questo motivo sant'Alfonso de Liguori raccomandava ai giovani di non confidarsi coi genitori a riguardo della vocazione religiosa. In effetti conviene metterli al corrente solo qualche tempo prima di partire, quando ormai ci si è messi d'accordo con l'ordine religioso in cui entrare.

Santa Chiara d'Assisi e molti altri santi furono costretti a scappare di casa di nascosto pur di sfuggire ai propri parenti che ostacolavano la loro volontà di donarsi a Dio nello stato di vita religioso.

Nelle sue opere di Teologia Morale, Sant'Alfonso Maria de Liguori insegna che è peccato grave dissuadere un giovane dall'assecondare la vocazione del Signore, tranne in caso di grave e giusta causa, ad esempio quando i genitori resterebbero in gravi difficoltà economiche senza l'aiuto del figlio che vuole entrare in convento. Ma questi casi di “grave e giusta causa” sono piuttosto rari.

Del resto, i genitori dovrebbero essere contenti quando un figlio si dona a Dio, mentre se fosse rimasto nel mondo, forse si sarebbe rovinato frequentando feste, balli, banchetti, spassi mondani, divertimenti immorali, ecc. Per non parlare delle figlie femmine: è meglio che prendano un marito del mondo (potrebbe essere adultero, violento, bestemmiatore, irreligioso, disonesto, immorale) oppure che diventino spose di Gesù Cristo, il Re del Cielo? Solo Dio, essendo bene infinito, può riempire di gioia e di pace il cuore umano.

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