Chiarimento circa la vocazione

Un caro lettore del blog mi ha scritto per esporre alcuni rilievi su un post riguardante le condizioni necessarie affinché una vocazione sia considerata autentica.

Carissimo D., [...] volevo esporti un piccolo pensiero riguardo alla pubblicazione di giorno 10 riguardo alle vere vocazioni dove hai citato 3 punti per un buon discernimento. Scusami se mi permetto ma non voglio che chi legge si scoraggi perché... tante volte il Signore permette degli impedimenti anche familiari per saggiare il vero amore e lasciare che i morti seppelliscano i loro morti. Anche gli impedimenti fanno parte di una vocazione non buona ma di più: Santa. Può succedere che anche da parte dei superiori ci sia un rifiuto ma non vuol dire che non c'è vocazione, santa Rita è una delle tante con problemi e rifiuti ma con la vocazione vera. Ti dico questo perché è da anni che frequento amicizie in diversi ordini e tanti giovani hanno avuto problemi sia familiari che con i superiori [...].

Un caro saluto.

(lettera firmata)

Carissimo in Cristo,
                                 ti ringrazio per avermi scritto, così mi dai l'opportunità di chiarire la questione. Innanzitutto ciò che ho detto nel post del 10 luglio non è farina del mio sacco, ma è il pensiero riportato negli scritti di Sant'Alfonso Maria de Liguori. Tuttavia, onde evitare equivoci, cercherò di spiegare meglio questo tema. Quando si parla di “impedimenti” alla vocazione, ci si riferisce a cose gravi, come ad esempio la salute mentale o fisica del candidato. Una ragazza con seri problemi psichici non può entrare in monastero, come un ragazzo che ha perso le braccia in un incidente stradale, non può essere ordinato sacerdote.

Anche per “impedimenti familiari” ci si riferisce a cose gravi. Ad esempio, se un ragazzo vive coi genitori non autosufficienti, mentre i fratelli vivono all'estero, non può abbandonare a se stessi i genitori per entrare in convento, perché altrimenti il papà e la mamma morirebbero senza il suo aiuto. Ovviamente se i genitori fossero in grado di potersi permettere di assumere una badante, quel ragazzo potrebbe tranquillamente lasciare i parenti per abbracciare la vita religiosa.

Per quanto riguarda il terzo punto, ossia l'essere accettato dai superiori dell'ordine, è chiaro che se una persona viene rimandata a casa non significa necessariamente che non abbia nessuna vocazione religiosa, ma può darsi che il Signore la desideri in un altro ordine. Per esempio San Giuseppe da Copertino venne letteralmente cacciato via dal convento, ma lui non si scoraggiò e decise di entrare in un altro ordine religioso nel quale venne accettato e si fece santo.

Spero di aver spiegato meglio l'argomento, tuttavia rimango a tua disposizione per ulteriori chiarimenti.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più fraterni e cordiali saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter

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