L'impressionante vocazione di Mons. Ketteler
Le storie delle vocazioni sono tutte belle, perché sono tutte delle storie d'amore. Mi riferisco al vero amore, quello che nasce da Dio.
Vorrei farvi conoscere l'impressionante storia della vocazione di Mons. Ketteler, Vescovo di Magonza (Germania), riportata sull’Osservatore Romano del 24 maggio 1929: «Celebrando la S. Messa in un monastero, Mons. Ketteler, vescovo di Magonza (1811-87), rimase stranamente colpito, nel distribuire la S. Comunione, alla vista di una suora. Quel sembiante gli era apparso altre volte, ma in circostanze diverse. Finita la Messa, espresse il desiderio di parlare alla Comunità: tutte le religiose si adunarono in coro; ma il Vescovo non vi ritrovò quella che tanto l’aveva impressionato. Chiese se tutte fossero presenti, e seppe che mancava una vecchia suora, che lavorava in cucina, e desiderava essere dispensata dalle visite. Venne chiamata, e comparve quando le altre si erano già allontanate. Interrogata come potesse rendersi ancora utile alle anime, rispose che il lavoro di cucina l’assorbiva tutta: ma che offriva a Dio le sue azioni e sofferenze: un’ora per il Papa, una per il Vescovo, una per le Missioni; e che, a notte inoltrata, dedicava un’ora per la conversione di quei giovani intelligenti che sarebbero stati chiamati al sacerdozio, ma che trascurano la loro vocazione. Ancora più impressionato, il Vescovo esorta la Suora a continuare il suo meritorio apostolato e la congeda, benedicendola. Poi narra alla Superiora: - Io debbo la mia conversione da una vita frivola a questa Suora. Una notte, nella foga della danza e dell’eccitazione, vidi improvvisamente dinanzi un volto che mi fissava con intensa pietà. Ne rimasi sbalordito. Meditai su quella strana apparizione, compresi la leggerezza del mio operare, e cambiai vita entrando in seminario. Stamane, nel distribuire la Comunione, ho riconosciuto inaspettatamente le sembianze, apparsemi in quella notte, proprio nell’ora nella quale essa prega per i giovani leggeri, che trascurano la loro vocazione. Lasciamola nell’ignoranza del gran bene che mi ha fatto. Essa non ha bisogno di incoraggiamenti, per continuare nel suo fruttuoso apostolato».
Vorrei farvi conoscere l'impressionante storia della vocazione di Mons. Ketteler, Vescovo di Magonza (Germania), riportata sull’Osservatore Romano del 24 maggio 1929: «Celebrando la S. Messa in un monastero, Mons. Ketteler, vescovo di Magonza (1811-87), rimase stranamente colpito, nel distribuire la S. Comunione, alla vista di una suora. Quel sembiante gli era apparso altre volte, ma in circostanze diverse. Finita la Messa, espresse il desiderio di parlare alla Comunità: tutte le religiose si adunarono in coro; ma il Vescovo non vi ritrovò quella che tanto l’aveva impressionato. Chiese se tutte fossero presenti, e seppe che mancava una vecchia suora, che lavorava in cucina, e desiderava essere dispensata dalle visite. Venne chiamata, e comparve quando le altre si erano già allontanate. Interrogata come potesse rendersi ancora utile alle anime, rispose che il lavoro di cucina l’assorbiva tutta: ma che offriva a Dio le sue azioni e sofferenze: un’ora per il Papa, una per il Vescovo, una per le Missioni; e che, a notte inoltrata, dedicava un’ora per la conversione di quei giovani intelligenti che sarebbero stati chiamati al sacerdozio, ma che trascurano la loro vocazione. Ancora più impressionato, il Vescovo esorta la Suora a continuare il suo meritorio apostolato e la congeda, benedicendola. Poi narra alla Superiora: - Io debbo la mia conversione da una vita frivola a questa Suora. Una notte, nella foga della danza e dell’eccitazione, vidi improvvisamente dinanzi un volto che mi fissava con intensa pietà. Ne rimasi sbalordito. Meditai su quella strana apparizione, compresi la leggerezza del mio operare, e cambiai vita entrando in seminario. Stamane, nel distribuire la Comunione, ho riconosciuto inaspettatamente le sembianze, apparsemi in quella notte, proprio nell’ora nella quale essa prega per i giovani leggeri, che trascurano la loro vocazione. Lasciamola nell’ignoranza del gran bene che mi ha fatto. Essa non ha bisogno di incoraggiamenti, per continuare nel suo fruttuoso apostolato».