Vocazione clarisse
Qualche anno fa, su una rivista veneta è apparsa una lettera aperta di una giovane suora del monastero delle Clarisse dell'Immacolata di Creazzo in provincia di Vicenza. Con la lettera ha voluto rispondere alla domanda che molti suoi conoscenti si sono posti: perché ha abbandonato il secolo per andare a rinchiudersi in un monastero di clausura? Nel mondo era una studentessa universitaria con ottimi voti e trascorreva il tempo libero in maniera spensierata, divertendosi fino allo sfinimento. Non ci pensava neanche lontanamente ad entrare in un ordine religioso. Pur avendo tutto ciò che una ragazza della sua età potesse desiderare, sentiva un gran vuoto dentro di sé. Quello stile di vita non può certo riempire il cuore umano che, come insegna S. Agostino, è stato creato per amare Dio, ed è inquieto sin quando non riposa in Lui. La sensazione di vuoto interiore di quella ragazza era talmente deprimente che la portava anche a piangere. Un giorno, parlando con una persona spirituale comprese che la vita senza Gesù non ha alcun senso.
Fu quella la prima volta che sentì la “chiamata” del Signore. Dopo qualche tempo decise di trascorrere alcuni giorni di riflessione nel monastero di Creazzo. Rimase affascinata dall'amore, dalla dolcezza e dalla comprensione con cui venne accolta dalle Clarisse dell'Immacolata (giovane ordine religioso di stretta osservanza). Nel silenzio del monastero riuscì finalmente a trovare quella pace che tanto desiderava. Circa un anno dopo abbandonava definitivamente il mondo per entrare nella clausura e stringersi maggiormente a Dio, secondo la Regola di Santa Chiara.
Sono contento che sia entrata in un ordine religioso osservante, nel quale sarà facile per lei salvarsi l'anima. Se fosse entrata in un ordine rilassato si sarebbe messa nel grave pericolo di vivere in maniera poco edificante o addirittura di perdere la vocazione, come è avvenuto ad una ragazza che conosco personalmente, la quale non solo è uscita dal monastero, ma si è allontanata anche dalla pratica religiosa.