Don Bosco piangeva al pensiero del Purgatorio

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli.


Si presentano verità profonde, che hanno fatto meditare i più grandi Santi, non escluso San Giovanni Bosco.

Scendeva dal pulpito Don Bosco, dopo aver toccato il cuore degli uditori, e si avviava alla sacrestia. Al suo passaggio i fedeli s'inginocchiavano, gli baciavano la mano ed anche il lembo della veste. Non pochi dicevano: E' Santo! E' Santo! -

Don Bosco giunse in sacrestia piangendo.

- Che cosa le è capitato? - gli si chiese.

- Povero me! Quando morrò, mi lasceranno in Purgatorio! Si penserà: Don Bosco è Santo! - e così nessuno pregherà per me!... Ah, il mio Purgatorio! -

Che cosa è dunque questo Purgatorio, temuto anche dai Santi? Chi ci assicura della sua esistenza? Che cosa si soffre? Come liberarsene? In che modo sollevare le anime che vi si trovano?

Con ragionamenti e fatti verranno chiariti questi concetti.


La sorte eterna

Iddio ci ha formati di anima e di corpo. Ci ha messi su questa terra per darci la possibilità di guadagnarci il premio eterno. Nel mondo siamo di passaggio e da un momento all'altro possiamo essere chiamati all'eternità. E' da incoscienti, o meglio, è da pazzi il credere che la vita sia fine a se stessa. La vera vita è quella futura, che ci attende.

Gesù Cristo, Dio-Uomo, l'ha detto e ripetuto con insistenza: Fatevi dei tesori per l'altra vita!... E' meglio andare in Paradiso con un occhio solo, anziché all'inferno con due... Nella Casa del Padre mio ci sono molte mansioni!... Vado a prepararvi un posto!... Che cosa giova all'uomo se avrà guadagnato tutto il mondo e poi perderà l'anima sua?... Nell'altra vita sarete come gli Angeli di Dio!... Morì il ricco epulone e fu sepolto nell'inferno!... -

Dunque il Figlio di Dio, Verità per essenza, c'insegna che dopo questa vita ce n'è un'altra, che non finirà mai. Per conseguenza quando si muore, non si muore del tutto, ma solo avviene la separazione dell'anima dal corpo. Va a marcire il corpo nella tomba, in attesa dell'universale risurrezione; l'anima invece, appena spirata, vede Iddio ed in un batter d'occhio, viene giudicata. Se ha trascorsa la vita senza macchia e quindi non ha alcun debito di pena, subito entra nel gaudio eterno e viene inabissata in un oceano di delizie, al cui confronto sono un nulla tutte le gioie terrene. Se l'anima è spirata nella disgrazia di Dio, cioè macchiata di grave colpa, è destinata all'inferno, secondo le parole di Gesù: Va', maledetta, nel fuoco eterno, preparato a Satana ed ai suoi seguaci! -


Il Purgatorio

Ma oltre al Paradiso e all'inferno, ci deve essere un altro luogo, dimora temporanea, dove l'anima possa purificarsi. Lo richiede la ragione e lo insegna Dio stesso.

Un'anima ha peccato gravemente e molte volte; prima di partire da questo mondo, si pente, chiede perdono a Dio e riceve anche l'Assoluzione Sacramentale. All'inferno non può andare, perché è in grazia di Dio; subito in Paradiso non può essere ammessa, perchè ha debiti da scontare e non può avere l'identica sorte di un'anima innocente. Dunque, prima di entrare in Cielo, deve andare in luogo di purificazione.

Similmente un'altra anima non ha commesso mai un grave peccato; è però caduta in molte colpe leggere, che non ha detestato e riparato abbastanza in vita. All'inferno, supplizio eterno, non può andare; siccome in Paradiso nulla può entrare di macchiato, quest'anima deve purificarsi prima di essere ammessa alla visione beatifica di Dio.

La ragione dunque spinge a credere che deve esistere il Purgatorio. La fede lo insegna espressamente.

Nella Sacra Scrittura, e precisamente nel Libro Secondo dei Maccabei, si legge: E' cosa santa e salutare il pregare per i defunti, affinché siano sciolti dai loro peccati. -

Si potrebbe chiedere: Ma i peccati non ci sono perdonati da Dio soltanto mentre siamo in questa vita? - No; anche dopo la morte c'è la remissione dei peccati. Dice infatti Gesù: Chi avrà bestemmiato contro il Figlio dell'Uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo (...cioè resistendo alle verità rivelate da Dio... ) non sarà perdonato né in questo secolo, né nell'altro. -

Dunque ci sono peccati che saranno rimessi dopo la morte; e non saranno certamente le anime condannate all'inferno ad usufruire di questo perdono, ma soltanto quelle che hanno dei debiti temporanei verso la Divina Giustizia. Siccome noi non possiamo sapere, senza una particolare rivelazione, chi sia salvo o no, conviene pregare per tutti i defunti, buoni o cattivi.

Tutti i popoli, anche pagani, hanno il culto dei morti ed offrono sacrifici a Dio in riparazione. Noi cattolici abbiamo un culto specialissimo, per cui rendiamo gloria al Creatore e tanto vantaggio e conforto arrechiamo ai nostri morti.

In aiuto a queste affermazioni, vengono le innumerevoli apparizioni di trapassati.


Da quarant'anni sconto!

Il seguente episodio avvenne nel Monastero di San Lorenzo in Montefalco, Archidiocesi di Spoleto, ove vive una Comunità di Suore Clarisse; l'apparizione, o meglio la manifestazione, si ripetè ventotto volte; ebbe inizio il 2 settembre 1918 e si chiuse il 9 novembre 1919. Eminenti personaggi, tra cui Cardinali,Vescovi e medici primari, fecero il processo nel tribunale ecclesiastico e si concluse: E' una vera manifestazione d'oltre tomba! -

Le Suore di Clausura per mettersi in relazione con persone secolari, parlano, attraverso la ruota.

Suor Maria Teresa di Gesù, Abbadessa del Monastero, il 2 settembre 1918, udito il suono del campanello, si presentò alla ruota. Udì una voce gentile, ma mesta: Devo lasciare qui questa offerta. - Serve per qualche Messa o per preghiere? - Senza alcun obbligo. - Se è lecito, lei chi è? - Non occorre saperlo! -

Non si sentì altro, neppure il rumore dei passi. Sulla ruota era un biglietto di lire dieci. Il fatto si ripetè diverse volte, sempre con le stesse circostanze.

Sospettandosi qualche cosa di strano, si vigilò che tutte le porte esterne fossero ben chiuse e si controllassero i vari ambienti. Si ripeteva il suono del campanello, la voce mesta e la solita offerta e tutto ciò anche a notte inoltrata. Alle volte andavano alla ruota tre o quattro Suore; una volta erano presenti parecchi Sacerdoti.

L'Abbadessa, istruita sul modo di comportarsi, un giorno chiese: In nome di Dio, chi sei? - Non è ancora permesso dirlo. Sono la solita persona. - L'offerta che lei lascia, io non la piglio! - No, la prenda; è una misericordia! Serve a soddisfare la Divina Giustizia. -

Il 3 ottobre, verso le nove di sera, dopo il suono del campanello, la Suora così parlò: Io temo che quanto accade sia uno scherzo del demonio! - No; sono un'anima del Purgatorio; sono Sacerdote; da quarant'anni sconto per avere dissipati beni ecclesiastici. - Erano di questo Monastero tali beni? - No; ma ho il permesso di portarli qui. - E dove li prende? - Il giudizio di Dio è giusto! - Ma temo che non sia un'anima del Purgatorio! - Vuole un segno? - Per carità; ho paura!... Con le offerte che lei ha portato, ho fatto celebrare tante Messe. Se una sola Messa può liberare un'anima, come mai lei non è libera? - Di queste Messe a me giunge la minima parte. -

Si celebrarono altre Messe; in

tutto trentotto. Nel frattempo si ripetevano i suoni di campanello e le richieste dell'anima, anche qualche ora dopo la mezzanotte. L'ultima Messa fu celebrata nella Chiesa del Gesù in Roma da Padre Luigi Bianchi, Gesuita.

Alle quattro del mattino, il 9 novembre 1919, ci fu l'ultima manifestazione. La voce era lieta: Sia lodato in eterno Gesù e Maria! Sono già uscito dal Purgatorio. Ringrazio coloro che mi hanno aiutato e pregherò per tutti! –


A Torino

Interessante è il fatto avvenuto nel 1946 nella persona dell'ingegnere Enzo Crozza, domiciliato a Torino, in via Ilarione Petitti, 34.

Questo ingegnere, ammalatosi nel 1942 si era fatto assistere in famiglia nelle ore notturne da una Suora del Cottolengo, certa Suor Angela Curti. Nel 1944 la Suora moriva nel Cottolengo; l'ingegnere non ne sapeva nulla.

Il Signor Crozza fu operato di appendicite nella sua abitazione nel 1946 e, memore delle delicate cure di Suor Curti, mandò la moglie al Cottolengo per invitarla a venire ad assisterlo.

Mentre la moglie faceva le scale, incontrò la Suora.

- E voi, qui?... Venivo proprio in cerca di voi!

- Ho saputo che vostro marito sta male e son venuta a cercarlo! -

Per quindici notti consecutive Suor Angela vegliò al capezzale dell'ingegnere; veniva la sera e partiva al mattino.

Finita la sua missione, si licenziò senza chiedere alcun compenso.

Quando il Signor Crozza si ristabilì discretamente, andò al Cottolengo con la moglie per ringraziare ancora una volta la Suora. Quale non fu la sua meraviglia a senirsi dire: Cercate di Suor Angela?... Ma da due anni è al cimitero!... E' morta qui! - Eppure la Suora che mi assisteva era lei, in carne ed ossa! E non sono io solo a constatare il fatto, ma tutta la famiglia!... -

Come spiegare questo avvenimento? O la Suora era entrata in Paradiso e veniva in aiuto a persona cara, oppure era in Purgatorio ed il Signore le permetteva di compiere ancora qualche atto di carità.

Di simili fatti potrei riportarne non pochi; sono testimonianze di oltre tomba. Ma poichè qui si parla del Purgatorio, giova sapere che in Roma, poco distante dalla città del Vaticano, esiste il Museo del Purgatorio, ove si possono vedere, con i relativi documenti storici, oggetti bruciati da anime del Purgatorio, apparse in forma umana.


[Brano tratto da "I nostri morti - La casa di tutti", di Don Giuseppe Tomaselli].
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