Vera vocazione
Ciao,
vorrei porti una domanda diretta: come si distingue una vocazione da un semplice desiderio? Mi spiego meglio. Io da un anno faccio un percorso intenso di fede nella mia parrocchia, con forte spiritualità Mariana. Sono consacrata a Gesù per mezzo di Maria, con la formula del Montfort. Ma da poco più di un mese, è cominciato un periodo di grazia. Dio si è reso molto presente, riesco a sentirlo molto, soprattutto durante la Santa Messa la sua presenza invade la mia anima. Mi sono innamorata di Gesù in una maniera che non credevo possibile. Mi ritengo "fidanzata", perché non riesco a immaginarmi adesso con nessun uomo. Ho fatto perfino degli "esercizi mentali", stando a contatto con il mio ultimo ragazzo, anche lui molto vicino a Dio e chiedendomi se io potessi ricominciare una relazione con lui. Ma ogni domanda finisce con un secco NO, perché io adesso non desidero altro che essere tutta di Gesù, solo sua. Mi sento sua esclusiva. Il mio direttore spirituale mi ha dato il consiglio di attendere, di lasciar stabilizzare la cosa, perché è molto presto. E io l'ho accettato, ma ogni giorno che passa non ho altro pensiero che Lui, solo quando sono con Lui (durante l'adorazione Eucaristica) o quando Lo ricevo nella Comunione, mi sento in pace, mi sento al mio posto. La mia anima è in continuo desiderio di Lui e non riesco a desiderare altro che unirmi più strettamente al Signore, che amo con tutta me stessa. Eppure non mancano dubbi che si ripresentano puntuali. Mi capita di pensare a quello che dovrei lasciare (la famiglia, una famiglia futura, le mie passioni) e per un attimo qualcosa mi spaventa, ma pensando più a fondo mi rendo conto che nulla vale tanto da voltare le spalle a una vita per Lui. Non riesco però a rispondere a questa domanda. Come faccio a comprendere se la mia è una vocazione o se è soltanto un desiderio?
Sperando in una tua risposta a questo quesito un po' delicato, ti saluto in Gesù e Maria.
Dio ti benedica.
(Lettera firmata)
Carissima sorella in Cristo,
due grandi Dottori della Chiesa come San Tommaso d'Aquino e Sant'Alfonso Maria de Liguori, affermavano che quando una persona sente la vocazione del Signore ad uno stato di vita più perfetto, deve adempierla il più presto possibile. Tu hai fatto bene a parlarne col tuo direttore spirituale, il quale conosce il tuo animo meglio di tutti, e ti ha consigliato di attendere un po' di tempo. Hai fatto bene ad accettare quel che lui ti ha detto, perché Dio vuole che noi obbediamo ai nostri superiori. Tu il tuo dovere di corrispondere alla vocazione l'hai fatto, dunque ti dico che non hai nulla da rimproverarti se dovrai attendere ancora qualche tempo prima di poter realizzare quel sogno che ti fa ardere di amore per Dio. Per poter adempiere la vocazione religiosa è normale dover superare delle prove. Anche i santi hanno dovuto superarle. Le prove servono per irrobustire le anime e temprarle nel combattimento spirituale. Questo è un momento di prova per te, poiché prima che tu entri in monastero, il mondo e i nemici delle anime cercheranno di farti cambiare idea dicendoti che puoi essere una buona cristiana anche restando fedele laica, poi cercheranno di raffreddare il tuo amore per Gesù buono e di indirizzare i tuoi desideri verso i beni materiali, la carriera lavorativa, gli amori terreni, ecc. Ti incoraggio a restare salda nel tuo proposito vocazionale e ad allontanare la mente da tutto ciò che può distoglierti dal Signore.
Affinché una vocazione sia considerata autentica è sufficiente che si realizzino tre condizioni. La prima è la “buona intenzione”, ad esempio il desiderio di consacrarsi a Dio per sfuggire le tante tentazioni che infestano il mondo, per avere più mezzi utili a salvare l'anima propria e quella del prossimo, per vivere più unita a Gesù Cristo, ecc. La seconda è l'assenza di impedimenti, come lo sono dei gravi problemi di salute, lo stato di grave bisogno dei genitori, ecc. Su tali questioni bisogna rimettersi al giudizio dei superiori, dopo aver spiegato la situazione con sincerità. Infine, la terza condizione è che i superiori, dopo attenta valutazione, accolgano la richiesta di colei che aspira alla vita religiosa. Se si verificano queste tre condizioni, la novizia può star tranquilla che la sua è vera vocazione.
Quando farai la tua prima esperienza vocazionale in qualche monastero, verrai vagliata dalla superiora e dalla maestra delle novizie. Oltre ad esaminare le motivazioni che ti spingono a consacrarti a Dio, vedranno se hai volontà di fare il cammino di perfezione cristiana, se sei disposta a correggere i tuoi difetti, se sei obbediente, se hai attitudine per la vita comunitaria, se ami la preghiera e la penitenza, ma soprattutto se sei disposta a vivere in castità il resto della tua vita. Vagliando tutte queste cose ti diranno se hai davvero la vocazione oppure se ciò che sentivi nel cuore erano solo dei pii desideri. Leggendo la tua lettera appare chiaro che desideri abbracciare la vita religiosa non per motivi materiali, ma per nobili motivi spirituali, soprattutto per poter vivere strettamente unita a Gesù buono che ormai ha catturato il tuo cuore. Personalmente nutro molte speranze che la tua sia una vera vocazione, ma per il momento devi continuare il percorso di discernimento vocazionale sotto la guida del tuo padre spirituale. Bisogna capire inoltre se Dio ti chiama in un ordine di vita attiva oppure di vita contemplativa. Dopodiché bisognerà trovare un ordine religioso di stretta osservanza che viva il carisma a cui ti senti portata. È importante che sia “osservante”, visto che secondo Sant'Alfonso è meglio restare a casa propria anziché entrare in un monastero rilassato. Ecco alcuni semplici consigli che ti do. Innanzitutto continua a fare la “vita devota” che stai conducendo. Disinteressati di tutte le cose che distraggono l'anima da Dio (gossip, divertimenti mondani, mode, cupidigia dei beni materiali, eccetera). Dedicati alla lettura spirituale dei grandi classici del cristianesimo come “L'imitazione di Cristo”, “Filotea”, “Le Glorie di Maria”, “Il castello interiore”, “Storia di un'anima”, “Pratica di amar Gesù Cristo”, ecc. Considerati “fidanzata” di Gesù (come diceva Santa Teresa di Lisieux) e comportati in maniera esemplare. Cerca di informarti sui migliori ordini religiosi femminili presenti nella tua regione o nel resto d'Italia, poi tra uno o due mesi tornerai dal tuo direttore e gli dirai di voler fare un ritiro spirituale di una settimana in un monastero per poter pregare il Signore di farti capire meglio quel che vuole davvero da te. Trascorrendo alcuni giorni con le suore potrai renderti conto in cosa consiste la vita religiosa e se ti senti portata per essa. Se una ragazza non ha la vocazione, non vede l'ora di potersene tornare a casa, mentre se ha davvero la chiamata del Signore sente nel cuore una gioia soprannaturale, e capisce che il monastero è il suo habitat naturale.
Coraggio! La vita è un continuo combattimento spirituale per poter raggiungere la Patria Celeste. Solo i combattenti che resteranno fedeli al Redentore Divino sino all'ultimo respiro, otterranno la palma della vittoria. Prima di terminare devo dirti una cosa molto importante. Per me è stato di grande sollievo sapere che tu non appartieni più a te stessa, ma ormai sei diventata proprietà privata della Regina del Cielo, dopo esserti consacrata a Lei secondo la formula di quel grande innamorato della Madonna del Montfort. Sono molto speranzoso sul tuo futuro, ti sei messa in ottime mani, le stesse sante mani che per anni hanno curato con tenero amore materno Gesù bambino, il Figlio di Dio. Dopo la Passione e Morte di Cristo, tutte le nostre speranze nella salvezza eterna dell'anima sono riposte nell'intercessione della Beata e Gloriosa Vergine Maria, Ausilio dei cristiani, Mediatrice di tutte grazie, Corredentrice del genere umano, Imperatrice dell'Universo e Condottiera di tutte le Vittorie della Chiesa.
Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più fraterni saluti in Cordibus Jesu et Mariae,
Cordialiter