Non rinunciare alla vocazione


Ripubblico la lettera di un gentile lettore.

Carissimo Cordialiter,
                                      da tempo seguo il tuo blog e ne sono un attentissimo lettore. Attendo ogni giorno i nuovi post e per me sono di grande consolazione. Ho 39 anni, da sempre il Signore mi chiama a seguirlo nella vita consacrata, monastica e (ho chiara questa cosa) in un Santo Ordine, rigoroso ma per me stupendo, che è quello Certosino. Ho studiato Teologia e vivo nel centro Italia. Nel tempo ho fatto diverse lunghe esperienze in Certosa e il problema non è stato permanere all’interno del monastero, bensì uscire per tornare a casa ogni volta che finivano i periodi di ritiro vocazionale. Se avessi potuto, sarei rimasto lì, lasciando fuori ogni altra cosa per abbandonarmi nelle mani del Signore. Ma fino ad oggi non è stato possibile. La mia vita è stata costellata di belle e anche significative soddisfazioni (umane), ma anche da tanti legami e legacci che mi hanno ostacolato proprio in questo progetto, proprio nella cosa che ancora oggi mi anima e mi dà non solo consolazione, ma anche profonda gioia. I gravami del mio lavoro, il legame con una persona a cui non riesco a dire che voglio altro e voglio fare altro, sono per me fonte di sofferenza, insoddisfazione e di impossibilità. Soprattutto da questo ultimo legame non riesco a sciogliermi; non per motivi particolari, ma perché non ho il coraggio di dire chiaramente il mio intendimento: ho paura di ferire, far soffrire, di essere frainteso. Ma il mio cuore è in certosa, in quel silenzio e in quella solitudine abitata dal Maestro, temperata dalla comunità, intrisa dalla Sacra Liturgia, dall’unica occupazione che è quella di stare con Lui, pregare per la salvezza del mondo e delle anime. Come posso fare? Passa il tempo e la disperazione spesso mi assale, anche se non riesce a farmi cambiare idea o a farmi piegare su un progetto di accomodamento. Chiedo a tutti preghiere, sia per la mia indegna persona che per la mia vocazione. A te rivolgo il mio ringraziamento più profondo per ciò che fai e per il servizio che svolgi nei confronti di tanti che hanno bisogno di uno spazio come quello che hai creato e gestisci.

Ti abbraccio in Cristo.
(lettera firmata)

Carissimo in Cristo,
                                 ogni uomo è alla ricerca della felicità, la quale si può trovare solo uniformandosi alla volontà di Dio. Io non so quale sia la Sua volontà su di te, però il fatto che il tuo cuore sia rimasto nella certosa, mi induce a chiederti di riflettere attentamente. Se i monaci sono rimasti soddisfatti di te e sono disposti ad accoglierti nel noviziato, sarebbe ottima cosa se tu continuassi il discernimento vocazionale. È arrivato il momento di fare delle scelte decisive per la tua vita, poiché so che dopo i 35 anni non è facile essere accettati dai certosini (e da altri ordini religiosi). Sant'Alfonso Maria de Liguori scrisse un libretto intitolato “Avvisi spettanti la vocazione religiosa” in cui affermava chiaramente che la scelta dello stato di vita è una questione di fondamentale importanza, dunque ti chiedo ti decidere con la massima attenzione.

Non devi preoccuparti che entrando in monastero tu possa ferire quella persona a cui vuoi bene, perché se restassi nel mondo contro la volontà di Dio, vivresti tristemente, e con la tua tristezza faresti soffrire quella persona e tutti coloro che ti vogliono bene.

Se invece i monaci ti dicono che non sono disposti ad accoglierti, allora puoi tranquillamente abbandonare il desiderio di entrare in Certosa. Ti consiglio di confidarti con loro e di attenerti a ciò che ti diranno.

Prego per te e ti affido alla protezione della Corredentrice del genere umano.

Cordialiter

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