Vocazione religiosa
Da quando nell'estate del 2010 ho aperto il blog sulla vocazione religiosa, ho ricevuto numerose lettere da parte dei lettori. Alcuni hanno abbandonato il mondo e sono entrati in ordini religiosi fervorosi e osservanti, ma ce ne sono tanti altri che stanno ancora decidendo cosa fare. Vi confesso che sono un po' preoccupato, perché il nemico del genere umano fa di tutto pur di distogliere le anime dall'abbracciare la vita religiosa. Lui sa benissimo che coloro che entrano in un convento fervoroso e osservante, non solo si salveranno l'anima quasi certamente, ma si impegneranno anche a salvare tante altre anime con la preghiera e con altre forme di apostolato. Quindi il demonio tenta di seminare dubbi e incertezze con la speranza di far perdere la vocazione a coloro che sono stati chiamati dal Signore.
Quando una persona comprende di avere la vocazione, deve darsi da fare per cercare di adempierla al più presto, così come insegnano San Tommaso d'Aquino e Sant'Alfonso Maria de Liguori. Purtroppo, molte persone tentennano un po' troppo, cioè non si decidono a dare l'addio al mondo e ad entrare in convento. A dir la verità, i maschi mi sembrano più decisi, mentre tra le donne è più facile trovare coloro che trovano mille motivi per ritardare il momento di prendere una decisione. Chi non vuole lasciare gli amici, chi non vuole lasciare il lavoro, chi non vuole lasciare il fidanzato, chi non vuole lasciare le comodità di casa... sembra quasi che ogni scusa sia buona pur di prendere tempo. Viene voglia di piangere: mentre Gesù buono con tanto amore li ha prediletti e chiamati ad una vita più evangelica e di maggiore perfezione, costoro preferiscono restarsene nel mondo in mezzo a tante distrazioni, tentazioni e dissipazioni. Che ingratitudine!
Il Redentore Divino ha dimostrato il suo amore per il genere umano patendo una morte atroce inchiodato in croce per espiare i nostri peccati. Almeno per gratitudine bisognerebbe rispondere senza indugi alla vocazione religiosa. L'amore con amor si paga.