Vocazione e spirito di sacrificio
Mi hanno edificato molto le storie vocazionali di ex soldati, penso ad esempio a Sant'Ignazio di Loyola, Fra Tommaso Maria di Gesù e Padre Gabriele da Casotto.
I militari devono amare lo spirito di sacrificio per poter resistere alle privazioni che è necessario sopportare durante i periodi di guerra. Anche i religiosi devono amare lo spirito di sacrificio, non per vanagloria, ma per amore della penitenza. "O penitenza, o inferno" era una scritta che campeggiava all'interno di un convento di stretta osservanza. È proprio così, bisogna abbracciare la vita religiosa per fare penitenza e seguire la strada della perfezione cristiana. Chi volesse entrare in monastero con l'intento di condurre una vita comoda e rilassata dimostrerebbe di non avere una vera vocazione, ma dimostrerebbe piuttosto di essere un imboscato.
Apprezzo molto lo stile di vita degli ex soldati che hanno abbracciato la vita religiosa. Costoro in genere hanno conservato una ferrea disciplina militare, un forte spirito di sacrificio, un combattivo spirito apostolico e il disprezzo per la vita comoda, così come è avvenuto per Sant'Ignazio di Loyola, che prima di fondare un ordine religioso fu un valoroso soldato.
"Fate fondere le nostre brande, il soldato italiano sa dormire per terra", recitava un manifesto al tempo della guerra. Anche i religiosi devono essere disposti a sopportare dei sacrifici pur di salvare le anime e dare gloria a Dio. Pensiamo ad esempio a quegli eroici missionari che in Africa sopportano dure privazioni per portare il Vangelo ai popoli pagani. Sin dal noviziato bisogna impegnarsi a disprezzare la vita comoda e prepararsi ad affrontare i tempi duri, proprio come avviene nei periodi di guerra. Anche la vita del cristiano è un continuo combattimento contro i nemici dell'anima. Militia est vita hominis super terram (Iob 7,1), diceva appunto il Santo Giobbe. A maggior ragione è un combattimento la vita del religioso, il quale ha fatto voto a Dio di osservare una castità totale, un'obbedienza cieca e una povertà evangelica.
Chissà se tra i lettori del blog c'è anche qualche soldato che non ha ancora eletto il proprio stato di vita. Il mio consiglio è di ritirarsi alcuni giorni in qualche monastero osservante per comprendere quale sia la divina volontà. Forse Dio sta chiamando qualcuno ad abbandonare le stellette militari e ad arruolarsi in qualche ordine religioso di stretta osservanza per combattere la buona battaglia delle fede e conquistare anime da annettere alla Chiesa, che è il Corpo Mistico di Cristo.