Il quadro bruciato da una donna dannata

Nella biografia di Sant'Alfonso Maria de Liguori, si narra che il 26 marzo 1722, partecipò a degli esercizi spirituali. All'epoca il giovane Alfonso era uno dei più illustri avvocati di Napoli. Quelle prediche produssero un gran bene alla sua anima; soprattutto quella riguardante l'inferno. Il predicatore mostrò al numeroso uditorio un quadro bruciacchiato (nella foto a lato) raffigurante Gesù crocifisso.

Perché era bruciacchiato? Un cavaliere aveva avuto una relazione impura con una dama, ma questa sciagurata morì senza pentimento. Un giorno, mentre il cavaliere stava pregando in suffragio dell'anima della dama dinanzi al quadro, le apparve l'anima di quella donna in sembianze mostruose, la quale disse “Non pregate per me che sono dannata”, e per lasciare un segno che accertasse la veridicità della sua affermazione, appoggiò le mani sul quadro, lasciando delle evidenti bruciature. Fatto ciò disparve.

Il racconto di questo fatto impressionò molto l'animo di Sant'Alfonso, e così decise di non volerne più sapere delle cose del mondo e di sposarsi. Prostrato a piedi del Crocifisso, propose di voler vivere una vita celibe, ed occuparsi solo di Dio e della propria anima. Qualche tempo dopo abbandonava la ricca carriera forense ed abbracciava lo stato sacerdotale. In seguito fondò una congregazione religiosa dedita alle missioni popolari tra i villaggi sperduti. Le sue memorabili prediche facevano piangere di compunzione l'uditorio, e in tanti cambiavano vita e si davano a Dio senza compromessi col mondo. Che giova vivere una vita ricca di divertimenti e di piaceri materiali, se poi si perde l'anima?
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