Figlie di San Giuseppe di Rivalba

Una cara lettrice del blog che conosco di persona, mi ha confidato che desidera entrare tra le Figlie di San Giuseppe di Rivalba. Mi ha parlato con entusiasmo della spiritualità di questo istituto religioso. Per far conoscere le Figlie di San Giuseppe di Rivalba anche alle altre lettrici del blog, ho rivolto alcune domande a Madre Mariapaola De Santi, Superiora Generale dell'istituto, la quale ha gentilmente accettato di rispondere.


- Qual è la spiritualità delle Figlie di San Giuseppe di Rivalba?

- La nostra Congregazione consacrata nella Chiesa al Culto dell'Eucaristia, si ispira alla frase del Vangelo: Andate a preparare per noi la Pasqua perché possiamo mangiare (Lc. 22,8). Qui si trova l'origine della nostra missione nata nel cuore sacerdotale di don Clemente Marchisio, parroco di Rivalba per 43 anni, che fortemente attratto e assimilato a Gesù Eucaristia, ha sentito il desiderio di indirizzare l'Istituto che aveva fondato qualche anno prima a prendersi cura di nostro Signore veramente presente nel Santissimo Sacramento. Così aperte al Suo Amore, facciamo esperienza di Lui e in Lui che dall'Eucaristia si rivela a noi Salvatore, Intercessore, Amico, Sposo, Tutto, veniamo poco a poco trasformate per essere anche noi offerta viva gradita al Padre. La spiritualità è quella della Sacra Famiglia di Nazareth, dove la Vergine Maria e il Suo Sposo San Giuseppe sono tutti protesi verso Gesù, nella contemplazione, nel nascondimento, nel silenzio, nel servizio laborioso diretto a Lui. Quando Papa Leone XIII ricevette il p. Fondatore e un gruppetto delle prime Sorelle esclamò: Finalmente Dio ha pensato un po' a Se Stesso. E il motto che ci ha lasciato il beato Clemente Marchisio è: Dio solo.

- Di cosa vi occupate?

- Ci occupiamo esclusivamente di tutto ciò che riguarda il Culto Eucaristico. Ci occupiamo di amare e fare amare, onorare e far onorare, servire e far servire Dio presente nel Sacramento dell'amore attraverso la nostra vita di preghiera e lavoro, di adorazione e azione, di Sacra Liturgia e di carità semplice e concreta. Non siamo di clausura anche se il nostro stile di vita è decisamente contemplativo. Nelle comunità abbiamo il laboratorio di biancheria dove si confezionano tovaglie per l'altare, camici, servizi della S. Messa, si inamidano i corporali, quello di paramenti liturgici, quello di ricamo.  Nel nostro apostolato è compresa anche l'animazione liturgica, la catechesi soprattutto ai bambini della prima Comunione, il servizio nelle Sacrestie: siamo nella Basilica di S. Pietro da più di novant'anni. A Niguarda (Milano) abbiamo il laboratorio per la confezione delle Ostie. 

- Ci sono dei limiti di età per entrare nel vostro istituto?

- Nel passato, a parte alcune eccezioni, non si poteva entrare dopo i trentanni, soprattutto per garantire un adattamento più facile al nostro stile che prevede un'intensa vita comunitaria in cui è forse più difficile inserirsi quando si ha già un'impostazione indipendente. Oggi però il discorso è cambiato perché l'età della decisione vocazionale tende ad essere posticipata rispetto ad alcuni anni fa e poi perché quando Dio chiama a percorrere il cammino di unione con Lui, a qualunque età si possono scoprire e far fruttificare i doni che già si possiedono dal momento che Lui stesso li ha dati alla persona per adattarsi e rispondere alla vocazione in questo particolare stile di vita. 

- Il Concilio di Trento insegna infallibilmente che la Messa è essenzialmente la rinnovazione incruenta del Santo Sacrificio di Cristo. Durante la Consacrazione il Redentore Divino viene offerto in oblazione alla Santissima Trinità come Vittima di espiazione dei nostri peccati. Quanto è importante per voi Figlie di San Giuseppe di Rivalba che la Santa Messa venga celebrata con sacralità e devozione?


- È essenziale! e quando ciò non avviene ne soffriamo molto perché la celebrazione della S. Messa è il cuore pulsante della Chiesa, è la rinnovazione del mondo, è il vero modo di evangelizzare. Noi siamo significative nella Chiesa proprio per la particolare sensibilità verso il decoro, la pulizia, la bellezza nella preparazione e nello svolgimento della celebrazione liturgica. Il nostro Padre Fondatore, che viveva la S. Messa, diceva: "Il nostro redentore Gesù istituì il sacramento dell'Eucarestia per restare con noi e per mai più abbandonarci; per farci godere delle sue grazie e per concederci il suo aiuto; egli istituì il sacramento dell'Eucarestia per donare un cibo alla nostre anime, un cibo divino, atto a darci vigore necessario per camminare nella via del bene, per vincere i nostri nemici spirituali, e acquistarci, in tal modo, la vita eterna. (...) Molti cristiani lasciano la S. Messa nei giorni di festa. Se si conoscesse cos'è il Santo Sacrificio! Si farebbe la gara per parteciparvi."


- Come si capisce se una ragazza ha davvero la vocazione alla vita consacrata?


- Come ho accennato prima, quando Dio chiama ad una speciale consacrazione dona le qualità necessarie per conoscerLo, amarLo ed unirsi a Lui in questo particolare stile di vita. Il tempo del discernimento è proprio quello di rendersi conto dello sguardo di speciale tenerezza ed amore con cui il Signore guarda e seduce e quindi verificare di avere le qualità necessarie per rispondere alla vocazione nella vita religiosa in generale e poi in questa particolare Famiglia religiosa.


- Se una ragazza si sente attrarre da Gesù alla vita consacrata, può fare un'esperienza vocazionale nel vostro istituto religioso?


- Certamente, può fare questesperienza in una delle comunità più vicine a dove si trova o in quella di Roma che è più centrale, però prima è necessario mettersi in contatto con le due Sorelle impegnate nella pastorale vocazionale. Questi i nomi: Sr Martina, Sr Angelisa chiamando al numero 06 5809206 o chiedendo informazioni nella email: info@figliedisangiuseppedirivalba o direttamente all'email che uso: mdmariapaolads66@gmail.com 


- Che consigli potete dare a quelle donne che si sentono chiamare da Dio alla vita apostolica, ma sono indecise se vale la pena di accettare la divina vocazione?


- Dopo quasi venticinque anni di vita consacrata dico che se tornassi indietro darei la stessa risposta, rifarei la stessa scelta. Non nego le difficoltà presenti nel cammino, ma queste fanno parte della conformazione a Gesù, Pane spezzato e Vino versato per la salvezza del mondo, perciò sono necessarie e se le prendiamo dalle Sue mani diventano ottima occasione di crescita e di santificazione. La vocazione divina è un regalo grandissimo della Provvidenza, che ci sceglie e ci fa sacri colmandoci della Sua Presenza. Consiglio a chi si sente chiamato da Dio, a rimanere aperto alla voce dello Spirito Santo, chiedendo insistentemente: "Signore, cosa vuoi da me, qual è la Tua Volontà su di me?" e a sostare lungo tempo in adorazione, per incontrare l'Amico, il Maestro e Signore, a lasciarsi interpellare dalla parola di Dio ascoltata e meditata della Liturgia del giorno, a chiedere  consiglio a persone che stanno facendo esperienza della sequela di Cristo, a sacerdoti che hanno a cuore il bene delle anime e la vita consacrata. 

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