Da ricco banchiere a sacerdote cattolico
Grande commozione suscitò nel 1842 la notizia della conversione di Alfonso Ratisbonne. Questo ragazzo francese apparteneva ad una ricca famiglia di banchieri di stirpe e religione ebraica. Grazie alle immense ricchezze, Alfonso poteva permettersi una vita piena di vizi e divertimenti mondani. Flora, una ragazza sedicenne anch'essa di stirpe israelita, riuscì a rapirgli il cuore e a fidanzarsi con lui, ma vista la giovane età di lei, bisognava aspettare qualche tempo per celebrare le nozze. Così, in attesa del matrimonio, Alfonso intraprese un lungo viaggio turistico nel mediterraneo con meta conclusiva a Costantinopoli. Promise all'amata Flora che non sarebbe andato a Roma, capitale dello Stato Pontificio e centro della cattolicità, e quando l'8 dicembre il battello a vapore giunse a Civitavecchia, non volle scendere a terra. Sentendo gli spari a salve dell'artiglieria, si informò sull'accaduto e seppe che in quel giorno si festeggiava la festa dell'Immacolata Concezione. Si indignò e lanciò alcune bestemmie, poi scrisse sul suo diario che i cattolici erano persone fanatiche. Giunto a Napoli, andò a prenotare il viaggio per la Sicilia, ma per errore si ritrovò all'ufficio diligenze per Roma, e volle comunque prenotare un posto. Visitando la Città Eterna, incontrò un suo ex compagno di scuola, il quale lo invitò a casa dei suoi parenti. Alfonso fu accolto con gentilezza, ma presto la conversazione passò su temi religiosi ed egli si innervosì e cominciò a vomitare bestemmie contro la Religione Cattolica. A quel punto, il barone Teodoro de Bussières gli donò una Medaglia Miracolosa. Alfonso accettò di metterla al collo, quasi fosse una sfida. Qualche giorno dopo andò insieme al barone Teodoro nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte per predisporre il funerale di un amico. Mentre il barone disbrigava le pratiche, Alfonso passeggiava tra le navate della chiesa osservando le opere d'arte. All'improvviso l'intero edificio sparì dai suoi occhi e vide solo una cappella laterale sfolgorante di luce, nella quale apparì la Beata Vergine come è raffigurata sulla Medaglia Miracolosa, e con la mano gli fece segno di inginocchiarsi. La Madonna non disse nulla, ma Alfonso capì tutto e scoppiò in lacrime di commozione. La Madre di Gesù lo aveva folgorato, e per il resto della sua vita non dimenticò più quello sguardo celestiale. Si fece istruire sulla Dottrina Cattolica e ricevette il battesimo assumendo il nome di Maria. La notizia della sua conversione fece il giro del mondo. Flora non volle saperne di sposarsi con un cattolico, e Maria-Alfonso risolvette di donarsi al Signore. Entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù, l'ordine religioso fondato da Sant'Ignazio di Loyola, e divenuto sacerdote, si dedicò alla predicazione dei ritiri spirituali e delle missioni popolari, ma successivamente ottenne il permesso di trasferirsi tra i Padri di Nostra Signora di Sion, ordine dedito all'apostolato per la conversione dei giudei. Venne spedito in missione in Terra Santa, dove visse 30 anni gestendo orfanotrofi per bambini e fanciulle. Nel 1884, ormai debole e anziano, si ammalò gravemente di polmonite. Quando comprese che era giunta per lui l'ora estrema della vita, non solo accettò la morte con rassegnazione cristiana, ma desiderò ardentemente di morire per poter finalmente rivedere il volto dell'Immacolata, Colei che nel 1842 gli aveva rubato il cuore. Morì in un villaggio nei pressi di Gerusalemme, rimpianto da una grande folla di persone verso le quali era stato buono come un padre. Poco prima di spirare sembrò rapito in estasi. La speranza è che l'anima di Alfonso Maria Ratisbonne sia stata accolta dalla Beata Vergine per trascorrere insieme tutta l'eternità amando e lodando Dio.