Una nuova collaboratrice del blog (-)

Alcuni mesi fa mi ha contattato una lettrice del blog, la quale è stata postulante per circa un anno in un monastero di clausura, e che probabilmente in estate tornerà in monastero per abbracciare definitivamente la vita consacrata. Recentemente si è offerta volontaria per scrivere dei post sulla vita contemplativa, e ovviamente io ho accettato molto volentieri la sua proposta di collaborazione, perché dalle varie e-mail che mi ha scritto ho compreso che può realizzare dei post molto interessanti. A dir la verità io e lei su alcuni argomenti abbiamo delle idee un po' diverse, ma visto che non si tratta di dogmi di fede, non siamo tenuti a pensarla allo stesso modo.  :-)

La nuova collaboratrice si è scelta come pseudonimo “Laudem Gloriam”, e per cominciare a farvela conoscere un po', pubblico la seguente intervista che mi ha gentilmente rilasciato.

 -) A quale età hai cominciato a pensare di donare la tua vita a Cristo abbracciando la vita consacrata?

-) A 19 anni, ricevetti una chiara chiamata ad una stretta intimità con Gesù. È stata improvvisa e totalmente inaspettata, e, negli anni, è stata da Lui più volte confermata e approfondita. È opera Sua, non mia.

-) Perché ti attrae così tanto la vita contemplativa?

-) Mi attrae Cristo che mi chiama, non la vita contemplativa in se stessa. Questa è solo funzionale al tipo di chiamata ricevuta, in cui sento il bisogno viscerale di un cuore a cuore, intimo e silenzioso, con Lui.

-) Tra i tanti istituti di vita contemplativa esistenti, senti un'attrazione particolare per la spiritualità di Santa Teresa d'Avila, l'eroica Fondatrice delle Carmelitane Scalze. Che cos'è che ti affascina di questo Ordine religioso?

-) La prima volta che incontrai le Carmelitane Scalze, in loro vidi "me". Ma erano una "me" trasfigurata, più limpida e bella, e, soprattutto, una "me" vera. Ciò che mi attrasse fu la loro schiettezza in Cristo, senza giri di parole, la fraternità pulita e limpida, senza sotterfugi, la trasparenza nei rapporti con ciascuna persona, dove c'era un sincero e pieno ascolto dell'altro, perchè si è completamente svuotati interiormente. È quel "nulla" di cui parla S. Giovanni della Croce, che ai più spaventa, perchè probabilmente lo fraintendono, pensando ad una "spersonalizzazione" dell'individuo, o qualcosa di simile. Quel "nulla", invece, per me che l'ho sperimentato praticamente sulla mia pelle, è l'essere totalmente dipendenti da Dio, gioiosamente schiavi di ogni Suo desiderio, in ascolto di ogni anelito e fiato che giunge da Lui, direttamente, o mediato dai fratelli e sorelle. Gli scritti del Santo Padre Giovanni della Croce, e della Santa Madre Teresa d'Avila, come pure gli altri (splendidi!) scritti dei Santi carmelitani, sono una vera gioia per lo spirito, un itinerario, un cammino per tutti coloro che sono stanchi di vivere una vita mediocre, con mezze misure: sono le istruzioni di volo per "salire", e l'unico modo per salire, è "scendere", servire ed essere, con santa gioia, gli ultimi! Ecco la vocazione carmelitana: vivere insieme, da eremiti, il Vangelo di Cristo, radicalmente!

-) Tu hai trascorso diversi mesi in un monastero di clausura. Che cosa provavi nel vivere continuamente alla presenza di Dio?

-) I primi tempi dopo la chiamata, prima dell'entrata al Carmelo, mi sentivo costantemente e sensibilmente alla presenza dello Sguardo di Dio. Man mano che passarono gli anni, dopo l'ingresso al Carmelo, questa sensazione sensibile è svanita, per lasciare il posto a qualcosa di più solido e duraturo. Non bisogna attaccarsi troppo alle sensazioni, o si rischia di non maturare mai nella vita spirituale! In maniera naturale, con la Grazia, si passa dalle sensazioni alla consapevolezza della presenza di Dio ovunque, specialmente nel cuore dei fratelli (a partire da coloro che ci feriscono). Personalmente, non riesco a comprendere come si possa vivere, con la "V" maiuscola, senza porsi continuamente sotto gli Occhi dolcissimi di Cristo, assetati di ogni nostro bacio e attenzione nei Suoi confronti.

-) I mondani pensano che sia triste vivere in un monastero. A te le suore di clausura sono sembrate persone tristi o felici?

-) Chi pensa che sia triste vivere in un Monastero, probabilmente non ha mai visto una persona consacrata. Anche un cristiano "triste" è incomprensibile: il Vangelo è pienezza di Vita, è Gioia purissima e divina! Soprattutto in mezzo alle croci (e che croci!) dove, anche se la gioia non è sentita nella carne, c'è una pace e una serenità felice, che non fa desiderare nient'altro che ciò che la Volontà del Padre buono dispone per ciascuno.  Perchè essere tristi, se Cristo è Risorto?

-) La vita contemplativa è semplicemente meravigliosa. Non pensi che bisognerebbe fare qualcosa di più per farla conoscere maggiormente?

-) Credo che l'unico modo per far "conoscere maggiormente" la vita contemplativa, sia che, all'interno dei Monasteri, si viva il Vangelo in maniera integrale, senza mezze misure. D'altronde, in una scelta di vita così radicale, non si può essere che santi o mediocri: non esiste una via di mezzo (!). E, per santi, non intendo affatto persone impeccabili, ma peccatori consapevoli del proprio limite, che sanno chiedere "scusa" a Dio e al fratello, che si mettono in discussione alla Luce della Parola di Dio.  Pertanto, più un Monastero profumerà di Vangelo, più il Profumo di quelle vite donate al Signore si espanderà lontano!  Quanti Monasteri di clausura non hanno siti web, pubblicità, si trovano in posti sperduti, e poi si ritrovano così tante vocazioni all'interno che non c'è spazio per starci tutti? Il Monastero in cui stavo io era di questa felice "categoria"!

-) Cosa serve al mondo di oggi, a parere tuo, per supportare e promuovere le vocazioni alla vita consacrata?

-) Alla luce della mia preghiera e riflessione, credo che dal Concilio Vaticano II -voluto dal Signore-, Egli abbia voluto sottolineare e far approfondire il ruolo dei laici cristiani nel mondo, luce e sale della terra, i veri "rivoluzionari", coloro che, con il proprio sangue e la carne, mettono la propria vita in gioco per il Vangelo, scommettendo su Gesù Cristo, insieme alla moglie, al marito, e ai figli. C'è bisogno di famiglie sante, ardenti di amore per Dio, gioiose, che pregano felicemente insieme, che danno una testimonianza di fuoco al mondo. E le "congregazioni laicali", come il Rinnovamento nello Spirito, il Cammino Neocatecumenale, i Focolarini etc., sono il segno che il Signore dà a questi tempi davvero, davvero difficili, per le famiglie cristiane. È da questi nuclei familiari santi che nascono le vocazioni religiose (come nella famiglia di S. Teresa di Gesù Bambino, i cui genitori sono beati), perchè tutto il popolo di Dio deve pascere e sostenere i teneri virgulti della chiamata, che giungono da Dio. A volte succede che, proprio perchè la persona chiamata è sola, non è supportata da laici credenti, e si ritrova in un mare di "lupi affamati" che denigrano la scelta religiosa, abbandona il suo proposito. Per questo: più laici credenti avremo nel mondo, maggiori vocazioni religiose ci saranno. Questo io credo. Sì, ci sono figli di famiglie non "santissime", che hanno ricevuto la chiamata alla consacrazione, e sono diventati santi: hanno ricevuto Grazie particolari, che definirei "eroiche", da quello che ho visto coi miei stessi occhi.

-) Ci sono molte ragazze che si sentono attrarre da Dio alla vita monastica, ma hanno paura di fare il grande passo. Che cosa vorresti dirle per incoraggiarle ad adempiere la propria vocazione?

-) Innanzitutto, non "suonatevela e cantatevela" da sole, se posso permettermi questo modo di dire schietto e "teresiano". Fatevi seguire da un bravo Direttore spirituale, uno tosto, che abbia esperienza e sappia indirizzarvi ed, eventualmente, "farvi cadere dalle nuvole". Spesso, infatti, nei primi tempi della chiamata, può accadere di "fantasticare" un po' troppo (parlo per esperienza diretta), e un Sacerdote realista, un uomo di preghiera, può farvi stare coi piedi per terra, e fare un sano e veritiero discernimento spirituale.  S. Teresa di Gesù Bambino scrisse una cosa molto importante: che non si illuse mai riguardo alla vita religiosa, perchè sapeva benissimo che avrebbe incontrato delle persone normali, peccatrici come tutti, anche in un monastero di clausura. Non sono "angeli", ma esseri umani, come lo sono anch'io, fallibile e cosciente della mia limitatezza. Non si entra in Monastero per fare le "super-eroine", ma per obbedire alla Chiamata, foss'anche a lavare i piatti della Comunità fino alla morte (personalmente, per un anno intero fui quasi ogni giorno con questo compito). È molto importante, poi, che preghiate molto, cuore a cuore con Gesù: meno libri, e più confidenze con Lui, nel Tabernacolo, nella messa quotidiana, iniziando da casa vostra a vivere una vita radicalmente evangelica. Prendete il Vangelo in mano, la Sacra Scrittura, e fatene la vostra bussola quotidiana. Non isolatevi, ma vivete attivamente in Parrocchia, parlate col Parroco del desiderio che sentite: magari lui può consigliarvi qualche giornata vocazionale nel Seminario locale, o altre attività che possano illuminare il vostro cammino. Un'ultima raccomandazione, che ho vissuto sulla mia pelle, è il porsi, in ginocchio, nella totale disponibilità al Signore: date a Lui, che è tutto Buono, "carta bianca", e firmatela. Ovunque Lui vi chiami (monastero, missione, o vita matrimoniale), date la vostra disponibilità a prescindere. Perchè c'è il rischio -serio- di costruirsi quei "castelli in aria" di cui parlavo prima. Conosco ragazze che dicono di aver sentito la chiamata (e magari è vero!), però hanno atteggiamenti un po' poco realistici, che sanno di "artificiale e artefatto", che sembra che non vivano tra noi "comuni mortali", ma su una "nuvoletta", e la gente "fugge" da queste persone... ecco, questo è proprio ciò che S. Teresa d'Avila voleva evitare nelle sue sorelle al Carmelo: più si è veramente contemplativi, più si è calati nel mondo, per pregare e stare con i fratelli, carne e sangue, soprattutto se si è nel chiostro del Monastero. È un punto fondamentale, perchè il Vangelo è fuoco, parola ardente, non "mollezza" o "fantasie" mentali! La vita è nel Monastero è davvero affascinante, ma ne parlerò prossimamente, col consenso del gentilissimo Cordialiter, sperando di rispondere alle domande che ciascuna potrebbe portarsi nel cuore..! Buona e santa Quaresima nel Signore, ardente attesa della Sua Pasqua gloriosa!

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