Trascorrere alcuni giorni in monastero

Ripubblico una lettera che ho inviato a una lettrice del blog che dopo aver avuto il coraggio di convertirsi, ha cominciato a sentirsi attratta da Gesù ad abbracciare la vita religiosa.


Carissima sorella in Cristo,
                                           rispondo volentieri alla tua lettera. Sono davvero contento di aver letto la testimonianza della tua conversione. Lo scopo di ogni essere umano è trovare la felicità, alcuni la cercano nelle ricchezze, altri nei piaceri carnali, altri nella vanagloria e in altri beni mondani. Nessuna creatura potrà mai saziare il tuo cuore che è stato creato per amare la Santissima Trinità, fine ultimo della tua vita. Nessuna persona è chiamata allo stato religioso per meriti acquisiti, ma solo per pura bontà di Dio, il quale elargisce i suoi doni con infinita sapienza. Il fatto che in passato hai commesso dei peccati contro la purezza, non deve farti demoralizzare. Ormai quelle colpe sono state cancellate per sempre dal Sangue di Cristo nel momento in cui hai ricevuto l'assoluzione sacramentale. Ora sei una persona diversa dal passato e da molti mesi vivi tranquillamente in castità. Il mio consiglio è di verificare se ciò che senti nel cuore è solo un pio desiderio oppure una vera vocazione religiosa, come spero. L'ideale sarebbe parlarne con un ottimo direttore spirituale, ma è molto difficile trovarne uno davvero adatto a tale scopo. Diceva San Francesco di Sales che solo uno su diecimila ha le caratteristiche per poter svolgere questo compito delicato. Se infatti un sacerdote non è ricco di dottrina, carità e prudenza, c'è pericolo nel farsi dirigere da lui. Ci sono ad esempio dei preti che scoraggiano sempre i ragazzi dall'abbracciare la vita religiosa. Diceva Sant'Alfonso Maria de Liguori (Dottore della Chiesa) che questi preti o hanno ricevuto l'ordinazione sacerdotale senza avere la vocazione, oppure non sanno cosa sia la vocazione. Dunque se non riesci a trovare un sacerdote che ti ispiri fiducia e che abbia le caratteristiche adatte per diventare il tuo direttore, ti consiglio di contattare direttamente qualche buon monastero femminile e chiedere la possibilità di poter fare un'esperienza vocazionale di alcuni giorni. Lì avrai la possibilità di confidarti con la priora o con la maestra delle novizie, le quali ti aiuteranno a capire qual è la tua vocazione. Inoltre quando sarai nel silenzio della tua cella e ancora di più nella cappella, potrai riflettere con calma sullo stato di vita a cui il Signore ti chiama. Non parlare più di vocazione con tua madre, e se ti chiede “vuoi farti ancora suora?”, rispondile che non ti senti degna, così lei penserà che hai rinunciato a questa idea. Se vai a [...], lei penserà che vai a farti una vacanza, e se ti chiede “Che vai a fare?”, puoi dirle che vai per un “ritiro spirituale” per ritemprare lo spirito; non è una bugia, ma una restrizione mentale, cioè una frase ambigua che ha vari significati, e che non costituisce nemmeno peccato veniale, come insegnano i manuali di Teologia Morale, poiché un'esperienza vocazionale è anche un ritiro spirituale. Coraggio, l'elezione dello stato di vita è una scelta di fondamentale importanza, io ti esorto a non arrenderti di fronte alle avversità, e a continuare sulla strada del discernimento vocazionale. La storia della tua conversione è molto bella, ma se il lieto fine fosse lo sposalizio con Gesù buono, sarebbe ancora più bella. Credimi, sulla terra non troverai mai nessun uomo che possa amarti più di Gesù Cristo. Del resto, non conosco nessuno che si lascerebbe inchiodare in Croce per amor tuo. Rimango a tua disposizione per rispondere a qualsiasi altra domanda; per me è una gioia rispondere alle lettere vocazionali dei lettori, poiché desidero tanto che Gesù sia amato. Ti saluto cordialmente in Cristo Re e Maria Mediatrice di tutte le grazie,

Cordialiter

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