Da atea a monaca
Padre Angel Peña, in un suo libro dedicato all'importanza della vita contemplativa, racconta varie storie di persone che dopo la conversione hanno abbracciato la vita religiosa. Ecco la storia di una ragazza argentina. All'età di 23 anni si allontanò totalmente da Gesù e dalla Chiesa. Non credeva nell’esistenza di Dio, poiché non riusciva a capire il mistero del dolore umano. Tuttavia cercava l’aiuto spirituale di altre persone, anche sacerdoti, senza riuscire a trovare risposte soddisfacenti. Così abbandonò la Chiesa, si dimenticò di Dio e si dedicò solo agli interessi materiali, come fanno i pagani.
Un giorno incontrò un sacerdote al quale promise che avrebbe letto i quattro Vangeli. Mantenne la promessa, ma per non essere vista dagli altri, si dedicava alla lettura durante l'ora della siesta. Leggendo i primi tre Vangeli, pensò che tutto era molto bello, ma non aveva ancora la forza di convertirsi. Quando arrivò al capitolo 14 di San Giovanni, leggendo le celebri parole del Redentore Divino: “Io sono la via, la verità e la vita”, rimase folgorata dalla grazia. Non riusciva a continuare a leggere, le lacrime scorrevano in abbondanza, erano lacrime di sincero pentimento e d'amore. Aveva ritrovato Dio. Comprese che Lui le era andato incontro perché l'amava, e adesso anche lei ricambiava il suo amore disinteressato. Quando incontrò nuovamente quel sacerdote non pose né domande, né dubbi. Dio aveva già risposto.
Dopo il giorno della conversione, continuò in maniera fervorosa il suo cammino spirituale, una vera e propria storia d'amore che la condusse nel Carmelo. Nel silenzio del monastero di clausura poteva finalmente pensare solo ad amare il suo Sposo, Gesù Cristo, che come il Buon Pastore del Vangelo era andato alla ricerca della pecorella smarrita, e trovatala, con dolcezza se l'era posta sulle spalle e l'aveva ricondotta all'ovile. Dio è davvero grande; persino tra le ragazze che hanno perso la fede riesce a trovare nuove spose, dopo averle convertite e fattele innamorare di Sé.