Un professore dannato all'inferno
Don Giuseppe Tomaselli nel suo libretto intitolato “L'inferno c'è”, racconta un fatto spaventoso avvenuto alla presenza di numerosi testimoni.
Raimondo Diocré era un professore della famosa università parigina della Sorbona. Quando morì, i funerali vennero celebrati nella Chiesa di Notre Dame con grande concorso di popolo. La bara fu collocata nella navata centrale, coperta da un semplice velo. Durante il rito funebre, a un certo punto si udì una voce sepolcrale: “Per giusto giudizio di Dio sono stato accusato!” I presenti si avvicinarono alla salma e alzarono il velo, ma constatarono che il professore era immobile e freddo. Dopo un po' venne ripresa la funzione religiosa tra il turbamento generale, e ad un certo punto il cadavere si alzò alla presenza di tutti e gridò forte: “Per giusto giudizio di Dio sono stato giudicato!” I fedeli presenti rimasero ancora più spaventati per l'accaduto, alcuni dottori si avvicinarono al cadavere ritornato immobile e verificarono che era davvero morto. Il funerale venne sospeso e rinviato al giorno dopo. Gli ecclesiastici discussero sul da farsi. Secondo alcuni il fatto accaduto in chiesa significava che il defunto era dannato e quindi non bisognava celebrare il funerale, altri invece pensavano che non era certo che il professor Diocré si fosse dannato, poiché aveva solamente detto di essere stato accusato e giudicato. Il vescovo approvò quest'ultimo parere e l'indomani fece ripetere da capo le esequie. Mentre era in corso la nuova funzione funebre, il morto si alzò sulla bara e gridò con voce terrificante: “Per giusto giudizio di Dio sono stato condannato all’inferno per sempre!” A quel punto il funerale venne interrotto e il cadavere venne seppellito, ma non in terra consacrata, essendo ormai certa la sua dannazione eterna.
A causa di questo evento spaventoso, molte persone si convertirono. A che giova all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde l'anima sua? Alcuni affermano che tra i fedeli che assistettero al funerale vi era anche San Bruno, che pur essendo un buon cristiano, decise di abbandonare il mondo e di andare a vivere tra i boschi per condurre una vita di penitenza e di orazione, e fondò l'Ordine religioso dei Certosini.