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Visualizzazione dei post da marzo, 2012

Sei postulanti Servidoras hanno ricevuto la Croce di Matarà

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Lo scorso 19 marzo, festa di San Giuseppe, 6 postulanti delle Servidoras hanno ricevuto la Croce di Matarà. Se saranno perseveranti, tra qualche tempo faranno la vestizione dell'abito religioso e inizieranno il noviziato. Ecco alcune foto della cerimonia. Di seguito una foto anch'essa scattata recentemente nel convento di Tuscania (Viterbo), sede dello studentato delle Servidoras, cioè il luogo in cui queste suore ricevono una solida preparazione teologica. Da segnalare è il fatto che le Servidoras sono "tomiste", cioè seguono la dottrina di San Tommaso d'Aquino, che è la più lodata e raccomandata dal Magistero Ecclesiastico. È incoraggiante constatare che quest'ordine religioso riceve dal Signore numerose vocazioni. Le suore con l'abito e il velo nero sono Servidoras ucraine, le quali seguono la Divina Liturgia secondo il rito cattolico bizantino. Infine segnalo vari appuntamenti ai quali parteciperanno le Servidoras: - Martedì Santo, pellegrinaggio alle ...
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Cammino di fede

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Una gentilissima lettrice del blog è innamoratissima di Gesù buono e arde dal desiderio di abbracciare la vita religiosa per vivere più unita a Lui. Carissimo fratello in Cristo,                                             pace e bene! Spero che non ti sia dimenticato di me, dato che non ci sentiamo da diversi mesi. Non ho smesso un solo giorno di leggerti, ma non ti ho scritto perché non ne ho mai davvero avuto il tempo. Anche in questo momento vado di fretta, mentre preparo una partenza di cui tra poco ti parlerò. Riassumendo, in questi mesi ho lavorato parecchio sul mio cammino di fede e vocazionale. Vita intensa in parrocchia, un'esperienza nella comunità [...]. Ho coronato perfino il mio sogno di raggiungere Assisi e fermarmi per ore alle tombe dei miei amati Francesco e Chiara. Mi nutro della Messa, di Gesù Eucaristia quotidianamente, della Parola di Dio e delle letture s...

Risposte sulla vocazione

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Non è facile trovare persone esperte di vocazioni religiose, dalle quali ricevere risposte su questo tema. Ripubblico una specie di "intervista" fatta a una lettrice del blog che ha vissuto un lungo periodo di tempo in monastero (è uscita a causa di giustificati motivi e col permesso delle autorità ecclesiastiche). - In passato vivevi lontano da Dio, poi come hai fatto a ritrovarti in un monastero di clausura? - Sì, vivevo lontana da Dio, purtroppo non ho ricevuto in casa un'educazione cristiana, nonostante i miei credevano, ma è la solita storia, credenti non praticanti con i 10 comandamenti “fai da te”. Niente valori morali e le conseguenze te le lascio immaginare. Quando è avvenuto il mio primo incontro con Gesù sono impazzita d'amore per Lui, per poco non morivo di dolore per aver compreso il mio peccato, ma affidandomi alla Sua Misericordia l'ho superato. Purtroppo, a causa di un periodo troppo breve di discernimento, ho scambiato il mio desiderio di...
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L'anima che ama Gesù Cristo ama il patire

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Mi hanno scritto tante persone che soffrono materialmente o spiritualmente. A tal proposito vorrei farvi leggere uno scritto che ho rielaborato e tradotto in italiano moderno, tratto da “Pratica di amar Gesù Cristo”, di Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa. Questa terra è luogo di meriti e perciò è luogo di patimenti. La nostra vera patria è il paradiso, ove Dio ci ha preparato il riposo in un gaudio eterno. In questo mondo dobbiamo starvi breve tempo, ma in questo poco tempo molti sono i travagli che dobbiamo soffrire. Bisogna patire, e tutti patiscono: sia i buoni, sia i cattivi, tutti devono portare la propria croce. Chi la porta con pazienza si salva, chi la porta con impazienza si perde. Dice Sant'Agostino che con la prova del patire si distingue la paglia dal grano nella Chiesa di Dio: chi nelle tribolazioni si umilia e si rassegna al divino volere è grano per il paradiso; chi si insuperbisce e si adira, e perciò lascia Dio, è paglia per l'infern...
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Suore Infermiere dell'Addolorata

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Curare i malati è un'opera di misericordia molto apprezzata dal Signore, il quale nel Giorno del Giudizio ci giudicherà sulla carità. Tra gli istituti religiosi che si occupano di prestare assistenza ai malati, vi segnalo le Suore Infermiere dell'Addolorata, fondate da Madre Giovannina Franchi nel 1853. Il loro carisma è curare gli infermi con gran cuore, soprattutto i moribondi, essendo questa un'opera molto meritoria, visto che nell'ora estrema della vita si decide la salvezza eterna dell'anima. Queste suore sono molto caritatevoli e accoglienti, si impegnano a servire tutti come se servissero Cristo sofferente; ecco perché nelle loro strutture sanitarie si respira un'atmosfera familiare. Per loro i malati sono dei fratelli da amare e servire; magari fosse questa l'atmosfera di tutti gli ospedali del mondo! Si può entrare in questa Congregazione a qualsiasi età, infatti la loro Fondatrice accolse anche donne con più di 50 anni. La buona volontà e il...
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Non è necessario essere vergini per avere la vocazione

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Alcuni pensano che per divenire frate o suora sia necessario essere vergini, cioè aver custodito intatto il giglio della purezza sin dalla fanciullezza. In realtà anche coloro che hanno conosciuto il peccato possono entrare in convento, purché siano sinceramente pentiti e risoluti a tutto pur di non peccare più. Sentite la storia di una delle amanti di Gabriele D'Annunzio. Alessandra di Rudinì (nella foto a lato) nacque a Napoli nel 1876. Suo padre era marchese e celebre politico (fu anche Ministro degli Interni e Capo del Governo). Da bambina ebbe un'infanzia “vivace”, e a causa della sua incontenibile indisciplinatezza venne “cacciata” dal collegio. Viveva in un'ambiente razionalista e la sua fede si indebolì molto; pensava che il cristianesimo fosse un fenomeno puramente politico-sociale. Poi, leggendo un pessimo libro di Renan, la sua fede crollò a terra. Era considerata una ragazza molto bella e vari giovanotti altolocati le fecero proposte di matrimonio. Tra i suoi sp...

Storia di una vocazione clariana

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Qualche anno fa, su una rivista veneta è apparsa una lettera aperta di una giovane suora del monastero delle Clarisse dell'Immacolata di Creazzo in provincia di Vicenza. Con la lettera ha voluto rispondere alla domanda che molti suoi conoscenti si sono posti: perché ha abbandonato il secolo per andare a rinchiudersi in un monastero di clausura? Nel mondo era una studentessa universitaria con ottimi voti e trascorreva il tempo libero in maniera spensierata, divertendosi fino allo sfinimento. Non ci pensava neanche lontanamente ad entrare in un ordine religioso. Pur avendo tutto ciò che una ragazza della sua età potesse desiderare, sentiva un gran vuoto dentro di sé. Quello stile di vita non può certo riempire il cuore umano che, come insegna S. Agostino, è stato creato per amare Dio, ed è inquieto sin quando non riposa in Lui. La sensazione di vuoto interiore di quella ragazza era talmente deprimente che la portava anche a piangere. Un giorno, parlando con una persona spirituale com...

Vocazione o evasione dalla realtà?

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Un lettore del blog mi ha detto di sentire la vocazione, ma sua madre lo accusa di voler evadere dalla realtà... Buongiorno,                       non so come spiegarti quello che mi è successo ieri. […] Tutto è incominciato dopo pranzo, quando mio padre si è presentato in camera di mio fratello, piangendo, per chiedere a me e a mio fratello scuse per non essere stato, a suo parere, abbastanza attento nei nostri confronti. […] Diceva che la mia scelta di diventare sacerdote è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. […] Lui ci vuole bene, ma un bene enorme!! Egli ha infatti paura di perderci! […] Poi è venuta la sera. Mia madre ha cominciato a dire che io cerco di evadere dalla realtà attraverso la Religione. […] Lei mi diceva che in realtà la mia felicità, che io lego al rapporto personale con Dio, sia fasulla perchè inculcata nella mia mente da don A. [...] Più lei andava avanti, più io mi sentivo annebbiato: era come se...

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